Cittadini, pazienti, associazioni, studenti, amministratori comunali e parlamentari del territorio si sono radunati davanti all’ospedale Vittorio Emanuele di Gela per contestare la riduzione di posti letto prevista nella nuova rete ospedaliera regionale della Sicilia, una misura che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla sanità pubblica e sulla qualità dell’assistenza sanitaria nel territorio. Numerose sono state le testimonianze di pazienti e loro familiari, costretti a raggiungere altri ospedali, anche molto distanti, per avere accesso a trattamenti di oncologia, radioterapia e altre terapie intensive che il Vittorio Emanuele non permette di ottenere a causa della carenza di strutture sanitarie adeguate, come unità di cura intensiva e servizi di ematologia. Il sindaco Terenziano Di Stefano ha sottolineato che “Gela non può accettare un depotenziamento ulteriore dell’ospedale”, evidenziando il rischio di perdere posti letto in oncologia, in una città classificata a rischio per l’incidenza dell’industrializzazione e l’inquinamento ambientale, e il ridimensionamento della radioterapia, nonché la mancata attivazione dell’unità di terapia intensiva neonatale dopo 14 anni di attesa, una situazione che potrebbe avere gravi conseguenze sulla salute pubblica e sulla prevenzione delle malattie nel territorio, soprattutto per quanto riguarda la cura dei tumori e le malattie croniche.
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